Piemonte insolito in quattro giorni

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Nel tour di oggi voglio raccontarvi un Piemonte diverso dal solito; un itinerario per chi ha già visitato Torino ed è curioso di spingersi un po’ più nell’hinterland di questa regione ricca di storia, cultura e perle enogastronomiche.

Piemonte insolito – Torino Insolita e vicinanze

Il nostro viaggio comincia proprio da Torino, dove nel nostro caso siamo arrivati – in treno – di Sabato mattina molto presto. E ci siamo chiesti: cosa fa un Torinese di Sabato mattina? La risposta l’abbiamo trovata subito: si va al Balòn, il classico mercato delle pulci nel quartiere Aurora, storica anima vintage della città con alle spalle 160 anni di storia ed oltre 250 bancarelle. Banchi di libri, dischi in vinile, mobili d’antiquariato ed abbigliamento retrò, sono solo alcuni dei punti fermi di questa istituzione sabauda del quale ha anche parlato recentemente un post del magazine di Expedia Explore.

Qui, in un ordinato disordine si possono ammirare articoli vecchi e nuovi degli ultimi duecento anni almeno. Stampi per dolci, antichi ricettari, macchinette fotografiche, piccoli pezzi di antiquariato, pentole in rame e tantissime foto della Vecchia Turin che risuona nelle note di un antico grammofono. La voce – mi spiega una signora – è quella di Macario. E parla dell’eleganza composta di questa città, paragonata ad una dama del 700.

Sono gentili i Torinesi – continua Macario – ed io non posso dargli torto. Seguendo i consigli della nostra interlocutrice arriviamo sul fiume Dora. Dove – sopra di noi – la mongolfiera del Turineye regala uno splendido panorama sulla città – e sulle Alpi – ai suoi passeggeri. Il cielo sempre più azzurro sopra di noi mi ricorda che dobbiamo ritirare la nostra vettura e così ci incamminiamo, non prima di aver sgranocchiato due bicciolani camminando lungo il fiume.

Prima di lasciare la città per il nostro viaggio on the road approfitto della macchina per una rapida visita al Parco della Maddalena, un tempo ritrovo della Torino bene. Se a Milano c’erano i Sancarlini, qui a Torino c’erano i Cabinotti, ragazzi di buona famiglia che si ritrovavano nei pressi delle vecchie cabine telefoniche. Le cabine non ci sono più. I cabinotti però – cercando bene – ci sono ancora, intenti a guardare il mondo attraverso il filtro del loro smartphone. Le montagne innevate davanti a loro non sembrano interessarli. Andiamo oltre.

Percorrendo la SP590 scavalchiamo il fiume Po. Chilometro dopo chilometro la periferia della città svanisce lasciando spazio a piccoli paesi ‘satellite’: San Mauro Torinese, Castiglione Torinese, Gassino Torinese.

Qui a Gassino ci regaliamo una breve pausa, ammirando le Tre valli (Bardassano, Valle Maggiore e Baudana) per le quali il Paese funge come una sorta di spartiacque. La mia attenzione viene però irrimediabilmente rapita dall’altissima cupola della Chiesa della Confraternita, che con i suoi 40 metri, domina l’intero panorama. Sono proprio le mura della Chiesa a ricordarmi l’antica arte del marmo di Gassino, una delle pietre ‘protagoniste’ del barocco Piemontese.
Ora, la tentazione sarebbe quella di seguire il Po per raggiungere il Monferrato Casalese. Attraverso la via più semplice. Ma – penso tra me e me – quante storie rischierei di perdermi?
Così – percorrendo la meno semplice SP97 – veniamo immediatamente proiettati in quella meravigliosa alternanza di valli verdi e fiorite che caratterizza il Monferrato (Astigiano, in questo caso).

In questi spazi quasi sconfinati, borghi dal sapore medioevale svettano sulle cime delle colline, posti a presidio delle zone circostanti. E’ il caso di Cinzano e del suo Castello, che sembra scrutarci da lontano con sospetto. La fortezza, un tempo dimora dei Marchesi Dalla Chiesa, oggi è diventata una abitazione privata (beati loro…!). Un vero peccato non poterla visitare. Possiamo però rincuorarci in un piccolo locale di zona, dove assaggiare un bicchiere di spumante – rigorosamente locale – mentre ascoltiamo racconti di vendemmie ed infernot, le classiche cantine Piemontesi scavate nel profondo della roccia – divenute Patrimonio Immateriale Unesco. Nonostante i chilometri che ci separano, l’attrazione di Torino è ancora forte (nel bene e nel male). Troviamo una sistemazione per la notte, ammirando un cielo pienissimo di stelle.

Piemonte Nascosto – Attraversando l’Astigiano (i Colli DiVini)

Il nostro risveglio è … nella nebbia più totale. Scopriamo così la meraviglia che queste colline regalano al mattino : banchi di nebbia fitti come ovatta indugiano sotto le colline. Ed il panorama che si ammira sembra un po’ quello che vedremmo da un aereo. Scendiamo di quota appena in tempo per vedere la nebbia svanire sotto i raggi del sole, che rendono le valli color oro. Chissà che meraviglia – penso – sarà rivedere questa terra in primavera.

Un chilometro dopo l’altro entriamo nella provincia di Asti e – lentamente – Torino sembra mollare leggermente la presa. Le persone che incontriamo sono incredibilmente sorridenti, non comprendo se sia l’indole locale o lo stupore di vedere dei volti diversi dal solito. Me lo spiega un avventore in un piccolo bar di Colle Alfero : l’Astigiano medio, nel dubbio sorride. Un habitus mentale intelligente, penso tra me e me. Il titolare del locale – però non sembra molto d’accordo. Solo su una cosa i due sembrano convinti : dobbiamo visitare la Comunità Montana dei Colli DiVini nel Cuore del Monferrato.

Questa strana denominazione (il gioco di parole che fa riferimento al Vino è assolutamente voluto) fa riferimento all’unione di quattro comunità, una più bella dell’altra : Castagnole Monferrato, Casorzo, Montemagno e Scurzolengo.
Dedichiamo il nostro pomeriggio alla visita di Montemagno sicuramente la più ricca tra le quattro dal punto di vista architettonico, ripromettendoci di tornare, in futuro, per visitare anche gli altri divini colli.
La particolarità di Montemagno è che ogni vicolo ha un numero – romano – che lo contraddistingue. Scopro quasi per caso he anche Montemagno fa parte del progetto dei ‘Castelli Aperti’ del Basso Piemonte. Ed ovviamente la memoria va subito al meraviglioso Castello di Sannazzaro a Giarole, dove siamo stati lo scorso Dicembre.

Ovviamente qui l’ambientazione è ben diversa perchè – dell’antica fortificazione – è rimasto ben poco. E’ la Casa sul Portone, punto di riferimento centrale della visita – a ricordarci l’ultima porta di accesso a quella che era l’antica cinta muraria. Scende la sera, ci fermiamo in una trattoria locale e proviamo per la prima volta l’ Agliata. Una squisitezza – sui crostini – ma per l’effetto sull’alito non posso garantire.

Piemonte Nascosto – Raggiungendo il Monferrato Casalese: tra nocciole ed un buon Grignolino

Ripartiamo di buon mattino lasciandoci ben presto anche l’Astigiano alle spalle. Non abbiamo visitato Asti, perchè ci ripromettiamo di farlo in un viaggio interamente dedicato a questo capoluogo. E così entriamo nel Monferrato Casalese, l’immenso territorio che rientra nella ‘giurisdizione storica’ di Casale Monferrato. La prima tappa per me è quasi essenziale. Devo tornare a Lù, dove la Corilù, un’azienda del posto realizza la migliore crema di nocciole che abbia mai mangiato.

Monferrato Casalese

E’ ovviamente la materia prima a fare la differenza: la nocciola tonda gentile piemontese IGP è un prodotto unico e dal gusto inconfondibile. E nel mio caso, comincio a pensare crei una certa dipendenza.

Mentre guardo soddisfatto la mia scorta sui sedili posteriori, comincio a pensare tra me e me che – forse – sarebbe opportuno anche dedicare un po’ di tempo alla ricerca di una buona bottiglia di rosso. Anche da questo punto di vista ho le idee abbastanza chiare e mi dirigo subito verso il Sacro Monte di Crea. Qui infatti – oltre al celebre Santuario del quale vi ho parlato in passato – si trova anche l’altrettanto celebre Tenuta Tenaglia, famosa per il suo Grignolino.

Cos’è il Grignolino:
Per chi non lo conoscesse, il Grignolino è un vino rosso abbastanza ‘facile’ da bere e che si sposa perfettamente con la cucina invernale – solitamente più ricca di grassi. La peculiarità di questo vino sta proprio nella capacità di liberare la bocca dalla pastosità tipica dei piatti più grassi, bilanciando splendidamente il palato.

Piemonte Nascosto – Tortona

Dopo aver soddisfatto anche la mia vena enogastronomica guadagno (dopo giorni di astinenza..!) l’autostrada. Mi attende un’ora di guida – circa – per raggiungerre la splendida Tortona.

Dedicare mezza giornata soltanto a Tortona è davvero riduttivo e – per questo motivo – decidiamo di fermarci anche per la notte. La sola Pinacoteca Il Divisionismo meriterebbe tutto il tempo a nostra disposizione. Ho sempre amato l’arte, ma credo che queste opere toccherebbero il cuore anche delle persone meno interessate. Sembra quasi che l’impegno politico, gli ideali o più semplicemente le idee di artisti come Segantini, Pellizza da Volpedo, Previati ‘escano’ fuori dalle opere che ammiriamo come un’opera dentro l’opera. Non so spiegare bene questo concetto, ma l’impressione è come di leggere qualcosa dell’animo dei pittori anche semplicemente nei tratti utilizzati per rappresentare un volto, un panorama o una nuvola.

Bassa Valle dello Scrivia

Per concludere la visita, un salto al maestoso Duomo di Tortona è d’obbligo. Così come imperdibili sono le vie del centro ; ordinate, composte e piene di luci. Davanti ad una vetrina di una libreria vedo un’antica mappa del Piemonte.

Ridendo e scherzando – in appena quattro giorni, abbiamo attraversato tre province differenti e scoperto qualcosa di più di questo territorio. Il mio sguardo cade inevitabilmente sulla scritta – in neretto – sul lato sinistro della mappa. Alba. Una provincia intera, della quale so ancora troppo poco. E così già penso al prossimo viaggio amici, che spero di potervi raccontare molto presto.